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DEAD OR ALIVE 2 ERA MIGLIORE SU DREAMCAST O SU PLAYSTATION 2?
Se proprio vogliamo cominciare con una risposta crudele in realtà nessuna delle due console era in grado di proporre Dead or Alive 2 al meglio delle sue possibilità. Procediamo però per gradi. Dead or alive 2 è il seguito diretto del primo Dead or Alive sbarcato originariamente in sala giochi sulla fantastica piattaforma Model 2 di Sega. Uscito nel 1996 Dead or Alive si proponeva come alternativa light al più serioso e impostato Virtua Fighter.
Nel picchiaduro di Tecmo contavano maggiormente la velocità e i riflessi e il tutto si traduceva in una giocabilità più arcade. Il titolo, specialmente su Model 2, ebbe un successo notevole grazie ad una grafica 3d per l’epoca pazzesca, mediante una giocabilità divertente e ovviamente anche per merito di certe forme femminili forse un po’ troppo accentuate. Il titolo di Tecmo si meritò varie conversioni e intorno al 1999 anche uno fantastico seguito, appunto Dead or Alive 2, che ancora una volta lasciò il segno in sala giochi sulla strepitosa piattaforma di nuova generazione Sega Naomi.
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Rispetto al passato il divario tra cabinati e console casalinghe si era notevolmente assottigliato e Dead or Alive 2 era lì per dimostrarlo. Personaggi in stile anime sbalorditivi, arene completamente 3d, movimenti liberi sui tre assi, ambientazioni interattive spalmate su livelli multipli e tanto dinamismo rappresentavano una rivoluzione nel mondo dei giochi di lotta. Tutto questo fu agilmente trasposto sulle console di sesta generazione con risultati diversi ma comunque soddisfacenti.
La sfida era combattuta inizialmente da Dreamcast e PlayStation 2, surclassate in un secondo momento dalla potente Xbox di Microsoft. Tutti credevano che la conversione di Dead or Alive su PlayStation 2 avrebbe fatto faville rispetto al porting per Dreamcast e invece non fu così: Dead or Alive 2 resta la dimostrazione più autentica di come Dreamcast e PlayStation 2 potessero tranquillamente competere ad armi pari, con punti di forza e di debolezza differenti.
Dal punto di vista grafico Dead or Alive 2 stravince sul Dreamcast presentando una pulizia dell’immagine eccezionale con texture definite e colori vividi. Su PlayStation 2 sono presenti alcuni effetti grafici interessanti in più, ma l’immagine risulta seghettata e sporca come non mai. Inoltre l’impressione generale è di trovarsi di fronte ad una resa delle immagini slavata e pasticciata. In alcuni frangenti addirittura sembra di avere a che fare con strutture poligonali di qualità inferiore rispetto alla controparte Sega.
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Dal punto di vista audio non ci sono particolari differenze se non uno spettro delle frequenze leggermente superiore su PlayStation 2. A livello di controlli il pad del Dreamcast sembra leggermente più preciso ed efficace rispetto al classico joystick analogico della PlayStation 2. Per quanto riguarda i contenuti invece sulla console di Sony si possono trovare alcune arene e costumi non presenti nella versione dedicata alla piattaforma di Sega che vanno ad aumentare così la rigiocabilità.
Il fattore Microsoft
Certamente va detto anche che il Dreamcast era progettato per scalare i titoli Naomi in maniera eccellente e che la versione dedicata alla macchina di Sony fu scritta in fretta e furia, ma poco importa: Dead or Alive 2 fu la conferma definitiva che Dreamcast e PlayStation 2 erano in grado di far girare entrambe titoli di elevata complessità, almeno per l’epoca. Purtroppo per loro nel 2001 arrivò il terzo incomodo, ovvero la potentissima Xbox di Microsoft che non solo sotterrò il lavoro svolto da Dead or Alive 2 sulle altre console con un Dead or Alive 3 audiovisivamente fuori di testa, ma che ripropose nel 2004 una versione Ultimate di Dead or Alive 2 che sembrava più un titolo per Xbox 360 e PlayStation 3 che un gioco della generazione corrente.
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Si trattava di un remake agli steroidi che spingeva le grafiche e i suoni della sesta generazione di console a livelli toccati solo da Half Life 2, Doom 3, The Chronicles of Riddick e Outrun 2. Personaggi puliti e rifiniti come non mai, ambienti vasti, ricchi e nitidi, effettistica spropositata, risoluzioni HD, sonoro pulitissimo, insomma una gioia per i sensi, ancora oggi. La giocabilità sostanzialmente restava quella del secondo episodio originale, con l’aggiunta di un certo numero di elementi ripresi dal terzo episodio, come uno stile di movimento del personaggio più libero e dinamico.
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I contenuti invece erano tantissimi ed estramente convincenti con arene nuove o completamente ricostruite, un’infinità di costumi e sbloccabili e tante modalità tutte da giocare e da rigiocare. Ha ragione il famoso detto: tra i due litiganti il terzo gode. Comunque Dead or Alive 2, in tutte le sue edizioni, resta ancora un capolavoro da giocare per ore ed ore senza mai stancarsi, assorbiti da combattimenti dinamici e design di alto livello.
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