PERCHÈ IL SEGA SATURN ERA PIÙ POTENTE DELLA PLAYSTATION

PERCHÈ IL SEGA SATURN ERA PIÙ POTENTE DELLA PLAYSTATION

Una delle dispute preferite dagli appassionati delle console del passato riguarda sicuramente la potenza grafica delle proprie macchine da gioco preferite. La quinta generazione videoludica introdusse un punto di rottura determinante, ovvero l’illusione della profondità. Dove prima si potevano ammirare solo disegni più o meno accurati supportati da hardware da 8 o da 16 bit, ora l’introduzione di hardware dai 32 bit in su permetteva di raffigurare su schermo elementi tridimensionali, certo approssimativi e traballanti, ma sicuramente innovativi e spettacolari per l’epoca.

La Console War esiste da sempre e a metà anni novanta i protagonisti erano rappresentati da Sony con la sua prima PlayStation e da Sega con il Saturn. Il Sega Saturn era un’ottima console capace di una qualità visiva notevole ma molti si convinsero che la PlayStation fosse nettamente migliore, soprattutto sotto il profilo grafico. Si pensò addirittura che il Saturn non fosse adatto a rappresentare grafiche tridimensionali. Nulla di più falso.

Il Sega Saturn fu una console incompresa

Il Sega Saturn poteva creare ambienti e personaggi persino più complessi rispetto alla PlayStation di Sony ma era molto ma molto più difficile da programmare a causa di una notevole complessità hardware che metteva alle strette anche i migliori programmatori. Non ci si doveva lasciar trarre in inganno da un deludente porting di Daytona Usa, frutto di un lavoro tirato e poco rifinito, fallimentare se paragonato alla conversione operata da Namco del suo Ridge Racer. Panzer Dragoon Zwei, Fighting Vipers e Burning Rangers stanno lì a dimostrare delle capacità tridimensionali notevoli, sotto molti aspetti superiori rispetto a quelle della macchina prodotta dalla concorrente Sony.

Risoluzioni superiori, illuminazione ed effetti di maggior impatto e in generale ambientazioni più vaste confermavano le capacità della macchina sfornata da Sega, potente ma difficile da controllare, un po’ come un purosangue imbizzarrito. Queste difficoltà di programmazione, una politica commerciale confusionaria e poco incisiva rispetto a quella dedicata alla PlayStation e prezzi di mercato decisamente più elevati rispetto alla concorrenza costrinsero Sega a correre ai ripari rifugiandosi nella speranza di fare colpo col Dreamcast, un hardware da 128 bit assolutamente in anticipo per i suoi tempi che avremo modo di elogiare in altre occasioni.

Proprio quando le cose iniziavano a farsi interessanti

Questa decisione portò ad un abbandono precoce del Sega Saturn, che solo nell’ultimo periodo cominciava ad essere compreso appieno a livello hardware, con l’introduzione di un nuovo tipo di engine che sarebbe stato sfruttato sia da Virtua Fighter che da Shenmue. Di questo motore grafico restano le tracce sul 32 Bit di Sega solo grazie ad un gioco tutto sommato abbastanza innocuo se osservato con poca attenzione, ovvero Digital Dance Mix.

Digital Dance Mix fu un assaggio di modernità grafica

Si trattava di un titolo di ballo, tutto sommato convenzionale, dedicato all’artista Namie Amuro, che però sfoderava gli artigli dal punto di vista grafico mettendo in mostra dettagli ed effetti davvero esaltanti per l’epoca. Ciò consisteva in un piccolo assaggio di ciò che si sarebbe visto da lì a poco. Bolliva in pentola ormai da diverso tempo un rpg ispirato alla saga di Virtua Fighter, quello che poi sarebbe diventato Shenmue sul Dreamcast, ma che fu incredibilmente testato sotto forma di prototipo sul Sega Saturn, con risultati assolutamente sbalorditivi.

Ci restano solo alcuni video che riprendono sequenze cinematografiche e momenti di gioco, tutti rigorosamente in grafica real time. La sensazione che se ne ricava è di trovarsi di fronte a qualcosa assolutamente avanti per il suo tempo. La complessità di ogni elemento risulta fuori di testa: non c’è PlayStation o Nintendo 64 che sembra poter rivaleggiare con questa dimostrazione di potenza.

Sulla sinistra il prototipo di Shenmue per Sega Saturn, sulla destra Metal Gear Solid per PlayStation

Evidentemente la gestione dell’ecosistema hardware del Saturn era arrivata ad un livello tale di ottimizzazione da poter permettere l’inserimento di modelli ed effetti di una tale complessità anche in un contesto da 32 Bit. Ovviamente il confronto col prodotto finale uscito sul Dreamcast non regge ma, per la quinta generazione quella demo era qualcosa di stratosferico, che lascia intendere quanta strada in più il Sega Saturn avrebbe potuto percorrere con la giusta benzina. Lo stesso scenario purtoppo si sarebbe poi ripetuto con l’indimenticabile Dreamcast ma questa è un’altra storia.

La morale della favola è che come sempre la potenza è nulla senza il controllo e Sega col suo Saturn l’ha imparato purtroppo a sue spese. Dopo tutto questo parlare però è necessario passare ai fatti. Lo sapevate che grazie alla nostra console Nemesis Lite 2 (con coupon GIO2022 risparmi il 5%) avete la possibilità di recuperare i vostri adorati giochi per Saturn e Dreamcast e di farli girare con una qualità in passato impensabile? Provare per credere cari amici retrogamers!

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